Lettere a una donna: la rivoluzione gentile del Festival delle lettere 2025 |Podcast|
Gaia Geremia, in questa intervista esclusiva, racconta l'anima del Festival che celebra la scrittura a mano e il valore del femminile

Nel riquadro Gaia Geremia
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In un tempo dove la comunicazione viaggia a velocità supersonica, compressa in emoji e vocali da dieci secondi, c’è chi sceglie la strada opposta. Chi rallenta, prende fiato e affida i propri pensieri a una penna, a un foglio, al tempo dell’attesa. È lo spirito che anima il Festival delle lettere, giunto alla sua diciannovesima edizione, e che nel 2025 sceglie come tema guida “Lettera a una donna”. Un omaggio potente e corale alla presenza femminile nel mondo, tra sfide, conquiste e desideri di affermazione. L’inviato di DossierCultura.it Stefano Brigati ha incontrato Gaia Geremia, tra gli organizzatori del Festival, per scoprire da vicino il senso di questa rivoluzione gentile.
Perché scrivere a mano è ancora un gesto rivoluzionario
«In un mondo digitale, scrivere a mano è un atto che resiste al tempo» spiega Gaia Geremia. «C’è ancora un forte desiderio di prendersi uno spazio personale, intimo, in cui le parole possano nascere lente e vere. Ogni lettera è un piccolo atto di verità. E il nostro Festival, con il sostegno dell’Associazione 365°, del direttore artistico Marco Corbani e del presidente Luca Carminati, ne è la testimonianza viva».
Un Festival che dà voce a tutte le donne
Il tema dell’edizione 2025, “Lettera a una donna”, ha ispirato centinaia di partecipanti. Ma cosa ha colpito di più tra tutte queste lettere? «La varietà delle destinatarie», racconta Geremia. «Uomini, donne e perfino bambini hanno scritto alle donne della loro vita: madri, amiche, figure storiche, ma anche lettere rivolte a se stesse. Ogni parola ricevuta racconta un universo. E molte storie ci hanno sorpreso per la loro forza emotiva».
Un’anteprima che scalda il cuore
Il Festival prenderà il via sabato 21 giugno a Casa Schuster, nel cuore di Milano, con un evento spettacolo dedicato alle lettere vincitrici, lette da attrici del calibro di Amanda Sandrelli, Cinzia Spanò e Alice Mangione. «È la serata più emozionante» afferma Geremia. «La cornice storica di Casa Schuster si presta perfettamente a questo tipo di narrazione. È un momento intenso, in cui le parole si fanno corpo e voce, diventando messaggi vivi».
Alla Fabbrica del Vapore, una casa per le lettere
Dal 26 giugno al 31 luglio, il Festival entrerà nel vivo presso la Fabbrica del Vapore, trasformata per l’occasione in una “casa delle lettere”. Il programma è ricchissimo: dalla calligrafia dal vivo all’inaugurazione delle mostre, passando per eventi dedicati alle diverse categorie del concorso, laboratori con Pangea (associazione per l'empowerment femminile), e i reading tematici.
«Quest’anno il Festival dura più di un mese. È una prima volta, e la viviamo con entusiasmo. Abbiamo eventi per tutti: dai ragazzi della Gen Z con la categoria under 18, ai progetti con il Ministero della Giustizia dedicati alle lettere dal carcere. E poi ci sono le iniziative in collaborazione con GLE e Pangea per approfondire i diversi volti del femminile».
Lettere per Gaza, arte che fa del bene
In un’edizione così centrata sull’universo femminile, non poteva mancare uno sguardo concreto verso il mondo. «Abbiamo voluto sostenere il progetto Woman With Gaza con un’iniziativa che coniuga arte e solidarietà. Le buste dipinte dagli studenti dell’Accademia di Brera saranno vendute per sostenere una raccolta fondi. Un gesto piccolo ma significativo, che collega la scrittura al sociale».
Come partecipare
Tutti gli eventi del Festival sono gratuiti, ma con prenotazione obbligatoria. «Basta andare sul sito ufficiale www.festivaldellelettere.it, nella sezione dedicata agli eventi 2025. Il programma completo è online, e lo aggiorniamo continuamente anche tramite i nostri canali social su Instagram e Facebook».
Scrivere è un atto di libertà
Scrivere una lettera, oggi, è forse il gesto più rivoluzionario che possiamo fare. È scegliere le parole con cura, affermare la propria presenza, rivendicare uno spazio per l’emozione e la memoria. Il Festival delle lettere ci offre un tempo e un luogo per farlo insieme, riscoprendo la scrittura non come nostalgico ritorno, ma come strumento vivo, attuale, potentemente umano.
Grazie a Gaia Geremia per aver condiviso con DossierCultura.it il senso profondo di questo progetto che continua, da quasi vent’anni, a mettere la parola scritta al centro della relazione umana.
Stefano Brigati