Guernica: il dipinto di una strage

Se vi chiedessero di raffigurare una scena di guerra, cosa disegnereste su un foglio? In che modo cerchereste di imprimere con matite o pennelli le urla di dolore e lo strazio delle vittime di uno sterminio? Usereste forme astratte o linee che rappresentino fedelmente la realtà? Adoperereste colori cupi o vivaci?

Questa e molte altre domande se le è probabilmente poste Pablo Picasso, quando decise di dare vita a Guernica.

All’inizio degli anni Trenta, la Repubblica Spagnola aveva designato l’artista come rappresentante della Spagna durante l’Esposizione Universale che si sarebbe svolta a Parigi nel 1937. Il pittore spagnolo decise di fissare su tela il massacro che un anno prima colpì Guernica, città basca situata a nord della Spagna.


Il 26 aprile 1936 si capì che gli scenari di guerra sarebbero cambiati per sempre e che a morire sul campo di battaglia non sarebbero stati solo i soldati, ma anche i civili. Quel giorno fu la prima volta che una città subì un bombardamento aereo.


Da tre anni la Spagna stava assistendo ad una guerra civile, nella quale il generale Francisco Franco e il suo esercito volevano rovesciare la Repubblica e, per farlo, si avvalsero dell’aiuto delle armate di Germania e Italia, nazioni rette da dittature fasciste e nazionaliste, e che quindi appoggiavano la causa franchista. La notizia del bombardamento aereo scagliato sulla popolazione sconvolse l’opinione pubblica, e Pablo Picasso decise di raffigurare ed esporre a Parigi lo scempio causato da quell’atto.


L’opera è di forte impatto e a colpire sono: le dimensioni della tela, alta tre metri e mezzo e lunga otto; la totale assenza di colore al quale l’artista sceglie di sostituire una scala di grigi; le forme astratte e deformi. Il tutto ha un solo scopo, quello di evidenziare la drammaticità data dalla privazione della vita.


Il centro del dipinto è occupato dalla figura del cavallo che, con il suo sguardo furioso e allucinato, è l’allegoria della follia della guerra: ha la bocca spalancata dalla quale traspare una sagoma, che sembra assomigliare ad una bomba. Sulla sinistra, accanto al cavallo, è raffigurato un toro, simbolo della Spagna, uno Stato sconfitto da uno scontro sleale, come lo è la lotta tra uomo e animale durante la corrida. Sulla parte inferiore del dipinto, giace il corpo inerme di un cadavere che regge una spada spezzata, dalla quale sorge un fiore, metafora di speranza.


Ai lati vi sono due donne, entrambe hanno i lineamenti deformi, le bocche spalancate e rivolte verso il cielo; sono straziate dal dolore, disperate. Le altre figure appaiono disorientate, spaventate e sembrano interrogarsi sul loro imminente futuro e su quello della loro città distrutta dalle bombe.


Il quadro è illuminato da una lampada elettrica e da una ad olio, le quali potrebbero simboleggiare la pace del focolare domestico travolta dalla furia degli attacchi aerei.


Attraverso Guernica, Picasso vuole mostrare le atrocità e la sofferenza causate dalle guerre, in particolare si focalizza sullo stravolgimento delle dinamiche dei combattimenti che questa volta, a differenza di quanto accaduto fino a quel momento, hanno colpito donne, bambini e giovani che non hanno scelto di prendere parte alla lotta armata.

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