Le razze canine: una invenzione ad uso umano.

Il cane abbaia? Dà fastidio? Gli esperti rispondono che un po’ è il carattere, ma tanto fa la razza. Al vicino che si lamenta, si potrebbe rispondere che il nostro cane è così rumoroso non perché lo voglia lui, ma perché così, anticamente faceva comodo a noi uomini, perché probabilmente ci serviva da allarme. In un mondo intelligente, per avere un po’ di comprensione verso animali che per natura non fanno male, semplicemente esistono, basterebbe raccontare la storia di come sono nate le razze canine…

Come abbiamo raccontato in un precedente articolo, all’inizio della storia (circa quarantamila anni fa, ma è data controversa) la tipologia canina era una, anzi il cane non era ancora cane, ma un lupo grigio. Quella dei lupi fu infatti la prima specie animale che hanno cominciato a convivere con gli umani.

A quel punto i nostri antenati si accorsero che quei lupi “domestici” avevano doti che potevano rivelarsi utili.

Ad esempio sapevano essere più veloci dell’uomo a caccia, o con il fiuto “scoprire” cose che noi non potevamo vedere. I cani potevano difenderci, proteggere i nostri figli o semplicemente, amarci e farci compagnia più che un qualsiasi membro della nostra specie potesse fare.

In pratica, quindi, gli uomini hanno cominciato fin da subito ad "usare" i cani a proprio uso e consumo.

A questo scopo, hanno anche immediatamente cominciato anche a favorire, o meglio imporre, gli accoppiamenti per creare animali che corrispondessero alle caratteristiche desiderate.

Ad esempio, far accoppiare i più veloci del branco se era la velocità di caccia la qualità che si cercava, o i più abili a fiutare o…

Questo “on demand” ha riguardato anche la morfologia. Animali da lavoro dovevano essere robusti, quindi nel caso si combinavano i più robusti, o per animali destinati alla caccia in tana che era necessario fossero piccoli  si accoppiavano i più minuti etc. etc.

Mano a mano che la storia è avanzata, il cane ha perso il concetto di uso per assumere quello di animale da compagnia, o ornamento di corte. A quel punto, la ricerca del cane “ideale” non fece rima con efficienza, ma con particolarità, o eleganza.

Per la particolarità, si è cercato di incrociare animali che avevano anomalie genetiche, ad esempio le zampe corte, le orecchie cadenti anche in questo caso realizzando la selezione di una razza autonoma, con canoni autonomi.

Idem per la bellezza, cercando magari il pelo lungo, il colore particolare, il muso di un certo taglio etc. etc.

Tutto questo ha voluto dire che le caratteristiche dei cani che oggi amiamo (e altri detestano) sono per buona parte artificiali, indotte dalla nostra volontà a seconda dell’uso che volevamo fare dell’animale stesso.

E così, tornando al discorso iniziale, se un cane abbaia troppo, potrebbe essere perché un antenato di chi si lamenta, ha ritenuto che un cane più portato a comunicare vocalmente uno stato d’animo  potesse essere più utile a dare l’allarme rispetto ad un altro silenzioso.

Ma si sa, le colpe dei padri non ricadono sui figli, specie se questi ultimi non hanno l’intelligenza di comprendere….
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