Editoriale - Spiritualità e religione

“La follia che stiamo vivendo oggi forse ce la meritiamo, ma di sicuro è qualcosa che non ci aspettavamo”. Così, Franco Cardini termina la sua lezione del 25 novembre, tenuta presso la Basilica di Santa Maria delle Grazie, a Milano, in riferimento ai continui attacchi terroristici di rma islamica al cuore dell’Europa.

La terza ondata”, lezione finale di un ciclo proposto da Silvia Ronchey sul tema “Islam e Occidente”, tratta nel dettaglio la questione di Palmyra, quella siriana e tutto il conflitto in atto in Medio-Oriente.


Apice di un climax cresciuto nei tre incontri precedenti, la riflessione del professor Cardini propone una lettura oggettiva e più ampia della guerra in Medio-Oriente, mettendo a nudo i fatti storici rilevanti che stanno conducendo il conflitto verso un traguardo sempre più lontano. Secondo il suo parere la lotta armata si intensifica non solo in virtù del mero controllo petrolifero, ma anche a causa della contesa di risorse come l’acqua del lago di Assad o del traffico illegale di beni culturali e archeologici.


Come molti altri, Cardini sottolinea l’importanza dell’utilizzo di truppe di terra per contrastare in maniera più efficace il Califfato e i suoi affiliati, anche nell’ottica di debellare una volta per tutte la minaccia. Nonostante sulla carta bastino “solo due divisioni” degli eserciti occidentali per sconfiggere il “flagello mediorientale”, questioni più oscure bloccano questa occasione di rivalsa; interessi politici-ideologici che legano gordianamente i destini di molteplici paesi non permettono, per ora, un intervento occidentale congiunto e decisivo.


Turchia, Russia, Siria, Iraq, Nato, curdi, sunniti, sciiti, sono le principali pedine che muovono sullo scacchiere mediorientale, determinando ogni giorno il futuro, non solo arabo, bensì del mondo. Il professor Cardini, nell’esporre gli elementi territoriali e sociali che rendono il presidente Erdogan e l’ISIS armi a doppio taglio per tutto l’Occidente (ma anche per la Russia), ricorda che la razionalità legata al controllo economico di questa o quella forza politico-territoriale non è totalizzante in questa situazione: c’è una controparte emotiva e terribilmente malata e folle che condisce il quadro, una controparte che firma col sangue ogni fine capitolo di questa triste storia. È sempre Allah che sembra ordinare queste stragi, così come nel medioevo sembrava essere Dio a volere la morte degli infedeli in Terra Santa.


In questa “crociata moderna”, assai diversa quella indetta da papa Urbano II nel 1089, degenerata dal punto di vista religioso e compromessa più che mai dagli interessi politici ed economici, l’uomo in quanto agente determinante della realtà sta perdendo progressivamente terreno in favore del caso e del caos. Questi due fattori paiono ora gli unici metri di misura di ciò che può accadare, indossando, per far bella figura assieme al petrolio e al denaro, la maschera di questo o quel Dio.

Esposizioni a confronto
Uno dei quadri della personale di Carla Bruschi
"Un'inquieta sernità del visibile", la mostra curata dal Critico d'Arte Lorenzo Bonini alla Umanitaria di Milano
Paesaggio N.8, acquarello su cartoncino, 36x51 cm, 2015
Tanto più forte l'arte imita la vita, quanto più forte la vita imita l'arte.
danseur blanc I, pastello bianco su cartoncino 35x50, 2016, Canosso
La bellezza di un corpo, che innocente, balla al chiaro di luna
Dimensioni 24x32 cm, acquarello su carta, 2013.
Una mostra per ricordare l'arte e l'impegno del pittore e poeta recentemente scomparso, Giovanni Torres La Torre
La ripresa delle attività è una liberazione
Giornata dei lavoratori.
Il settimo appuntamento del