“Roulette russa” è il thriller politico scritto da Tina Aventaggiato

L'angolo del libro, recensione Paolo Rausa

“Vi auguro tutto!” Oltreché una buona lettura, naturalmente. Tina Aventaggiato mi aveva inviato il suo ultimissimo libro, come sempre, come tutti gli altri, ambientato in un territorio, una zona, un periodo storico, ricamando sugli avvenimenti storici di qualche tempo e anche quelli attualissimi, storie vere ma inventate. La colpa è delle Muse diceva Ovidio nella introduzione delle Metamorfosi, perché sono loro a rivelarci attraverso racconti le vicende umane, insensate, tragiche, passionali e incomprensibili.

Un filo di Arianna che si dipana dalla notte dei tempi e giunge a noi, richiamando alla memoria barlumi di passato che si riflettono sulle nostre esistenze e oltre.  Questa volta i fatti narrati coinvolgono la Russia del potere magmatico, assoluto, ideale per inserire le storie di Aleksei, Larissa e Nikolai in un periodo breve, fra il 9 maggio 2022 a Mosca e il 12 maggio a Kiev. La zona presa in esame è tutto sommato contenuta, ma di grande interesse esistenziale per gli Ucraini che continuano a subire le angherie dei russi. Una storia che non inizia oggi, per quanto paradossalmente i fili prendono vita proprio da qui quando Kiev era la capitale dei rus, un popolo slavo che si affacciava alla storia. Dominava allora la steppa immensa dei cosacchi, così ben descritta da Vasilij Grossman, nel suo capolavoro Stalingrado, per la verità non da tutti apprezzato. Anticipato dall’altro gigante della narrativa russa Lev Tolstoj che con “Guerra e pace” gettava le basi di quella che sarebbe stata l’anima russa, guidata in quel caso dal generale Michail Kutuzov, un novello Quinto Fabio Massimo alle prese con le truppe napoleoniche, questo.

Mentre a guidare la riscossa dalla città sul Volga e a piantare la bandiera sul Reichstag, il Parlamento tedesco, fu allora Stalin. Suo degno precursore, intendo di Putin attuale presidente della Russia. Questo è il filone storico, di come egli sia arrivato al potere  da funzionario del KGB che era, le sue campagne, mai guerre, denominate operazioni speciali, a Grozny  in Cecenia, rasa al suolo, e in Ucraina, qui soprattutto riprendendo la politica imperialista zarista poi assunta dal sistema comunista sovietico di combattere con tutti i mezzi, leciti e illeciti, i cosiddetti “nemici della patria”, sia che si trovino all’interno del suolo nazionale sia all’esterno come gli Ucraini, che si battono per il riconoscimento della loro autonomia da Mosca. 

Dileggiati, dilaniati, affamati, massacrati, rapiti, ecc. Su queste vicende si innesta un’altra storia a noi cara, quella dei pugliesi di Crimea, che a più ondate nell’800 si trasferirono dalle coste di Bari, Molfetta, Trani e Bisceglie su invito dello zar Alessandro II che intanto aveva sbaragliato e disperso gli antichi abitanti della Crimea, i tartari. Sorte che toccò anche alla comunità italiana quando fu accusata di intelligenza con il nemico (l’esercito italiano) e trasferita nei vagoni blindati in Kazakstan e in Siberia. Ritornati in un numero misero dopo la morte di Stalin. In attesa del riconoscimento della loro deportazione, avvenuta per un caso fortuito quando Berlusconi venne a trovare a Yalta Putin e incrociò la delegazione degli italiani lì residenti. Anzi il romanzo apre proprio con la Marcia degli Immortali, a cui assistette anche Putin con il ritratto del padre. Mentre un’anziana signora di nome Maria Ivanovna, che scopriamo di origine italiana, pugliese per la precisione, con un cartello avanza verso il presidente, mettendo in crisi tutto l’apparato di sicurezza. Lei parla una lingua strana, quella delle sue origini, il barese stretto e incomprensibile, mentre pronuncia in russo solo il da, il sì. 

Tutta la vicenda ruota intorno ai personaggi già citati che si trovano coinvolti, come già i loro genitori e fratelli, nelle trame dei servizi segreti, finendo avvelenati dal plutonio o da altro materiale radioattivo, per ragioni legate a documenti introvabili di cui erano ritenuti responsabili. Una prassi comune e diffusa in Russia: far fuori giornalisti e oppositori, ricorrendo a tutti i mezzi. "Roulette russa" è l'ultimissimo romanzo, un thriller politico che intreccia realtà e finzione dell’instancabile Tina Aventaggiato, salentina per giunta. Segue a numerosi altri romanzi e thriller storici: "Abigail è tornata" (Loffredo, 2011), "Vento freddo sull'Arneo" (Loffredo, 2013), "L'occhio guarda a Sion. Dal Salento dei campi profughi per ebrei nel 1946" (Belforte, 2016), "Per decreto di Allah, Dalla Somalia del colonialismo italiano al terrorismo islamista di Al-Shabaab" (Europa Edizioni, 2019) e "Dove la vita scorre libera" (Libromania, De Agostini libri, 2022).

Paolo Rausa

Titolo: Roulette russa
Autrice: Tina Aventaggiato
Editore: La Gru
Data di pubblicazione: 15 aprile 2025
Lingua: Italiano
Numero di pagine: 226
Formato disponibile: Copertina flessibile – € 14,25 Compralo Subito su Amazon

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