Haruki Murakami: Vento e Flipper. Esce l’inedito del famoso scrittore tradotto per la prima volta dal giapponese

Esce anche in Italia Vento e Flipper, l’inedita coppia di romanzi brevi di Murakami Haruki mai tradotta ufficialmente prima dal giapponese, sebbene in rete ne circolassero traduzioni non ufficiali in inglese.

Murakami Haruki, come si scriverebbe in giapponese, anteponendo il cognome al nome, nasce a Tokyo nel 1949, figlio di due docenti di letteratura giapponese. Si appassiona di arte, filosofia e letteratura, ma, in particolare, di musica: un grande conoscitore di musica jazz.

Durante gli studi universitari, Murakami lavora fra negozi di dischi e caffetterie, fino a quando decide di aprire un proprio jazz cafè con Yoko, sua moglie dal 1971. Il jazz cafè prende il nome di Peter Cat, come il gatto di Haruki. In questi anni lo scrittore prepara cocktail, mette musica, legge libri e ascolta le persone: un’esperienza fondamentale per la sua carriera di scrittore.

A ventinove anni, di ritorno da una partita di baseball nella quale, seguendo il lancio di una palla, vedendola arrivare nel guantone del prenditore e osservandola mentre vi affonda, ha un’illuminazione e capisce che il proprio destino è quello di diventare un romanziere.
Nell’introduzione a Vento & Flipper, edito in Italia da Einaudi, racconta in prima persona di come comincia a scrivere un primo romanzo sul tavolo della cucina, seguito da un altro, soprattutto la notte, dopo aver chiuso il bar, e nei ritagli di tempo. I romanzi in questione sono Flipper, 1973  e Ascolta la voce del vento, pubblicato per la prima volta nel 1979. Due romanzi ancora acerbi, dove non si tratta delle cose banali, come asserisce lo stesso scrittore, che in quanto tali non avrebbero interessato nessuno: niente sesso, niente amore, niente banalità quotidiane.
Scritti con una certa vena autobiografica, di getto, racchiudono in sè già tutte le caratteristiche del Murakami più maturo, il suo stile inconfondibile. La scrittura lineare, ritmata, essenziale, accusata da alcuni giapponesi di essere più una traduzione dall’inglese che una originale scrittura giapponese, sono coinvolgenti e coinvolgono il lettore in riflessioni su temi ricorrenti e importanti, temi anche fantastici o magici, controcorrente per l’epoca rispetto alla tradizionale scrittura e cultura giapponese.
Per volontà dell’autore i due romanzi brevi non sono mai usciti dal Giappone, pur essendo le prima due parti della Trilogia del Sorcio, completata da Nel segno della pecora. Se ne trovavano solo alcune traduzioni non ufficiali sul web, in inglese. Per la prima volta vengono pubblicati fuori dal Giappone con traduzioni ufficiali, in un unico volume in Italia, trattandosi di due brevi romanzi collegati, che formano un insieme nel quale i personaggi, il giovane protagonista, uno studente, e il Sorcio, suo amico, si muovono liberamente in mezzo all’insieme di altri personaggi e paesaggi che li circondano: personaggi un po’ misteriosi, ognuno con una sua storia che però non racconta, nemmeno ai protagonisti stessi, in un’atmosfera un po’ surreale e misteriosa. Si ritrova in essi quello che sarà un po’ l’elemento dominante di tutti i suoi romanzi successivi: il dualismo reale-surreale, quasi magico; l’universo femminile misterioso, profondo, delicato; il sogno che si confonde con la realtà; la ricchezza nelle descrizioni di luoghi, situazioni, personaggi.

Non è chiaro il motivo per il quale Murakami abbia negato fino ad oggi l’uscita di queste due prime opere fuori dal Giappone: forse la paura, forse la timidezza, forse il suo essere sempre schivo, silenzioso, una persona gelosa del proprio privato. Murakami fa vivere i proprio sogni i propri voli verso il surreale, le fughe, solo sulla carta: nella vita è una persona felice e risolta, come testimonia la risposta a una giornalista che lo ha intervistato: “This life is plenty. I have no desire for previous for previous or future lives. After my death, I hope to sleep in peace.” - "Questa vita è piena. Non desidero vite precedenti o vite future. Dopo la mia morte, spero di riposare in pace."

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