Volare, si può.

Il 17 dicembre 1903, i fratelli Wilbur e Orville Wright, con il loro rudimentale aereo a motore, eseguono ufficialmente il primo volo dell'uomo: trenta metri senza toccare terra, un successo senza precedenti nella storia dell'ingegneria.

Il Flyer, il quarto aliante a motore dei fratelli Wright, era pronto all'esperimento. I suoi costruttori lo posarono su una monorotaia per evitare che sprofondasse nella sabbia di Kitty Hawk, città della Carolina del Nord e luogo della prova finale.

Orville Wright è a bordo dell'aereo, pronto a tentare l'impossibile. Wilbur è accanto per aiutare nella partenza. I motori si accendono, il velivolo prende la rincorsa e per circa trenta metri si solleva dal suolo. L'esperimento venne ripetuto in quel freddo 17 dicembre per  altre tre volte. L'ultimo volo fu il migliore: circa 500 metri di distanza percorsa senza toccare terra. Come hanno fatto due semplici tipografi a far fare all'umanità un salto in avanti di portata colossale nella sua evoluzione? Forse perché non erano semplici tipografi, ma anche appassionati di biciclette, uno dei vertici dell'innovazione tecnica tra Ottocento e Novecento. L'attività parallela di riparazione di biciclette diede ai fratelli Wright una discreta conoscenza nell'uso dei metalli e del legno, che seppero riciclare nella costruzione dei loro velivoli.

Fu la morte di Otto Von Lilienthal, pioniere dell'aviazione spirato per un incidente nel 1896, a stimolare i Wright e a spingerli nell'impresa di vincere la gravità e far librare l'uomo nell'aria. Il loro cauto metodo di approccio al problema principiò con l'osservazione di un aquilone a due ali sovrapposte. La questione fondamentale da risolvere prima di tentare il volo era trovare un modo per controllare il velivolo dopo il decollo, dettaglio che fu fatale per Von Lilienthal.

Scoprirono che era essenziale comprendere il fattore della "portanza", forza che permette ai volatili di restare in aria, generata dalla differente forma delle superfici superiore e inferiore delle ali: la superficie superiore presenta una leggera incurvatura che permette all'aria di scorrere più velocemente rispetto alla superficie inferiore, piatta e di lunghezza minore
La differenza tra le due velocità dell'aria che scorre sopra e sotto, da vita alla portanza, letteralmente una spinta in alto.

Inoltre riuscirono a capire come effettuare le virate e a far inclinare il velivolo, semplicemente deformando le estremità delle ali, rendendole più flessibili. Una leva posta accanto allo spazio del pilota avrebbe aiutato nella cabratura e nella picchiata. Tutto era pronto. Dopo tre alianti di prova, la costruzione di un motore leggero da 12 cavalli e tanta sabbia del deserto di Kitty Hawk, giunse il fatidico giorno di dicembre del 1903 in cui l'uomo, anche se sollevato di pochi metri dal terreno, si sentì per la prima volta più vicino al resto dell'universo e in un certo senso a Dio.
Esposizioni a confronto
Uno dei quadri della personale di Carla Bruschi
"Un'inquieta sernità del visibile", la mostra curata dal Critico d'Arte Lorenzo Bonini alla Umanitaria di Milano
Paesaggio N.8, acquarello su cartoncino, 36x51 cm, 2015
Tanto più forte l'arte imita la vita, quanto più forte la vita imita l'arte.
danseur blanc I, pastello bianco su cartoncino 35x50, 2016, Canosso
La bellezza di un corpo, che innocente, balla al chiaro di luna
Dimensioni 24x32 cm, acquarello su carta, 2013.
Una mostra per ricordare l'arte e l'impegno del pittore e poeta recentemente scomparso, Giovanni Torres La Torre
La ripresa delle attività è una liberazione
Giornata dei lavoratori.
Il settimo appuntamento del