Dalla Commedia dell'Arte al Cinema Comico

La prima volta che incontriamo la definizione di “commedia dell’arte” fu nel 1750 nella rappresentazione teatrale di Carlo Goldoni, Commedia del teatro comico.

Questo genere teatrale nacque come reazione al teatro di corte, appannaggio di nobili e regnanti che si cimentavano nell’arte dell’attore, declamando testi poetici. Ebbe origine quindi come risposta ad un potere dominante, da attori che venivano dal popolo e che volevano parlare ai lori simili: gente semplice e comune. Apparve nelle piazze affollate, nei mercati, nelle strade: in tutti  quei luoghi deputati a radunare una comunità di uomini e donne indaffarati a compiere i mille gesti quotidiani della vita, come fare la spesa, passeggiare, incontrarsi e parlare. La prima volta che incontriamo la definizione di “commedia dell’arte” fu nel 1750 nella rappresentazione teatrale di Carlo Goldoni, Commedia del teatro comico. E venne utilizzata la parola “arte” nell’accezione di professione, mestiere, ovvero l’insieme di quanti esercitavano tale professione: Commedia dell’arte dunque come “commedia della professione” o “dei professionisti”. Il passaggio dalla commedia rinascimentale, umanistica ed erudita recitata da attori dilettanti, a quella dell’arte avvenne tra la fine del XVI° e l’inizio del XVII° secolo grazie ad una serie di circostanze che si susseguirono intorno a quegli.


La prima comparve con la nascita dei teatri privati, specialmente a Venezia dove le famiglie nobili iniziarono una politica di diffusione, all’interno della città, di nuovi spazi appositi dedicati alla recitazione di commedie e melodrammi a pagamento.

La nascita dei teatri apportò nuovo impulso all’arte dell’attore che da giocoliere di strada, saltatore di corda o buffone di corte che fosse, cominciò a esibirsi in trame più complesse; da questo momento, molti attori di strada cominciarono a strutturarsi in compagnie girovaghe. Le “Fraternal Compagnie” degli esordi, si trasformarono in vere e proprie compagnie che partecipavano ai proventi di questa nuova industria.


La recitazione assunse una nuova struttura, anche se i testi da recitare, si limitavano ad un canovaccio, in cui veniva data una narrazione di massima indicativa di ciò che sarebbe successo sul palco. Il successo di questo genere teatrale risiedé pertanto: in un nuovo linguaggio rappresentativo, nella semplicità della comunicazione, nella diversità delle forme espressive, nell’articolata gestualità, nelle fantasiose e comiche pantomimiche evocate altresì con la danza, i costumi, i vocalizzi e le maschere. Saranno queste le elementi distintivi che porranno le fondamenta di quel genere cinematografico denominato comico.


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