Una tv per dire che i Rom hanno una cultura

La prima tv in lingua romanì è nata e trasmette a Parigi, da circa un anno. Perché? “E’ difficile sentire parlare del tuo popolo a senso unico, e non poter spiegare che in realtà noi abbiamo una storia, dei valori, e non siamo tutti mendicanti o ladri, come tutti sembrano credere…” Dice così, Andrijano Dzeladin, 35 anni, e un sogno, avere una voce abbastanza alta da poter contrastare i luoghi comuni

Sutka City TV  è la emittente televisiva nata per mostrare e raccontare la cultura Rom. Dzeladin, il fondatore, editore, presentatore proprio sulla cultura si è ritagliato una rubrica ad hoc, dalle 19 alle 20.30, con l’unico orizzonte di raccontare che il suo popolo, quello dei Rom, ha una storia millenaria e piena di tradizioni culturali. Fare sapere che il suo popolo ha subito molte volte nella storia deportazioni e persecuzioni, e che non è fatto solo da nomadi ma in molti casi da stanziali, e come ogni popolo ha una lingua, una bandiera, un inno ma non un territorio.

La città bosniaca da cui la tv prende il nome, Sutka, è l'unica al mondo in cui i Rom sono in maggioranza.

Un anno e mezzo di vita, quello della sua tv, periodo in cui Dzeladin ha dovuto combattere non solo coi pregiudizi e le critiche, ma anche con un panorama di sponsor assai scarso. “Per gli spettatori  che abbiamo potremmo averne molti di più…”.

Dzeladin denuncia che anche queste difficoltà economiche sono dovute a politiche discriminatorie. Anche se, aggiungiamo, il fatto che l’emittente abbia i suoi programmi esclusivamente in lingua Romanì pubblicitariamente non aiuta.

“La gente ci vede come delinquenti, in realtà tra di noi ci sono scrittori, musicisti, artisti, giornalisti, medici. Un popolo di persone normali, alla fine.”

Già, e come Andrijano dice, persone che visto ciò che hanno subito, una capacità unica di adattarsi ad ogni tipo di situazione e cultura. Quella che altre culture, spesso non dimostrano di avere, aggiungeremmo.

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