In mostra a Monza le illustrazioni di Marc Chagall

I disegni dell’artista franco-russo in mostra a Monza con iniziative interessanti per i più piccoli, ma anche per gli adulti.

Vanno in mostra a Monza le incisioni di Marc Chagall, incisioni che egli creò su commissione dell'editore francese Ambroise Vollard, con una serie di eventi e attività collegate per meglio comprendere le opere stesse.

Moishe Segal, noto a tutti come Marc Chagall, nacque nel 1887 a Vitebsk, in una famiglia ebrea assai semplice: il padre lavorava per un mercante di aringhe e la made gestiva un piccolo negozio.

Moishe frequentò la scuola primaria presso la scuola ebraica, e più tardi il ginnasio pubblico, nonostante il fatto che nella Russia zarista le leggi razziali bandissero gli ebrei dalle scuole pubbliche.

A 19 anni iniziò gli studi di pittura e disegno in una scuola privata, gestita da Yehuda Pen, grazie al favore della madre, dato che il padre vi si opponeva con forza. Eppure la madre doveva aver intuito il valore del suo talento, infatti dopo soli due mesi, Pen, colpito dal modo audace in cui Moishe usava il colore, gli concesse di frequentare la scuola gratuitamente. Moishe prendeva a modello chiunque gli capitasse a tiro: domestici, famigliari, mercanti, uomini semplici, vicini di casa. E poi case di legno, cupole a forma di cipolla, piccole mercanzie del negozio materno, tradizioni, feste: tutto mise radici nel suo cuore e le stesse immagini si sono poi ripetute costantemente nei suoi lavori.

Nel 1907 si trasferì a San Pietroburgo, allora capitale dell’Impero, dove visse al limite della miseria e vessato dalle leggi antisemite, tanto da dover spesso ricorrere all’intercessione di amici ebrei potenti. Le difficoltà non lo scoraggiarono, perché si trovò a vivere in una città ricca di fermento artistico, a metà fra due rivoluzioni. E l’atmosfera rivoluzionaria si rifletteva nelle riviste dell’avanguardia, che riunivano nuove idee, e in mostre pionieristiche che introducevano la moderna arte occidentale: il Fauvismo francese, l’Espressionismo tedesco, il futurismo italiano e molte altre correnti, che influenzarono la sua formazione artistica. Nonostante il pullulare di idee e correnti, Chagall cominciò a creare il proprio inimitabile stile, non unendosi ad alcuna di esse. Nel periodo in cui visse a San Pietroburgo, egli frequentò la scuola dove insegnava Bakst, e fu quest’ultimo, intuendone le capacità fuori dall’ordinario, a spingerlo a partire per Parigi, culla del movimento artistico di quegli anni.

Nel 1909, di ritorno alla sua città Natale per una vacanza, Marc conobbe Bella Rosenfeld, che diverrà sua moglie nel 1915 e rimarrà per sempre il suo grande amore, sua musa ispiratrice, anche dopo la prematura morte avvenuta nel 1944.

Nel 1910, grazie a una borsa di studio, poté recarsi a Parigi per proseguire gli studi, e lì adottò lo pseudonimo di Marc Chagall, e frequentò mostre, scuole, gallerie, assorbendo tutto quello che poteva osservare di grandi maestri come Delacroix, Courbet, Cezanne, Gauguin e Van Gogh ma al contempo rielaborandolo e traducendolo in una propria poetica particolare, ricca di simboli ancora oggi non di chiara interpretazione: mucche blu, amanti volanti, profeti biblici.

Chagall aveva un’idea precisa di chi era e di che cosa volesse raggiungere pubblicamente. Ma quando si trattava della sua vita privata, diventata un maestro nel deviare l’attenzione: spesso, quando la gente gli si avvicinava e gli chiedeva se fosse il famoso pittore Marc Chagall rispondeva di no, o, con un grande senso dell’assurdo, rispondeva “Non penso proprio” , o indicava altri e diceva “Forse quello è lui”. Chagall diceva di se stesso di essere un sognatore che non si vegliava mai.

Alcuni storici dell’arte hanno tentato di decifrare i suoi simboli, ma non c’è unanimità nella loro interpretazione, e questo semplicemente perché sono parte del suo mondo onirico, come immagini da un sogno. Pablo Picasso suo amico-rivale, una volta disse: “Non so da dove prenda quelle immagini....Deve avere un angelo nella testa”.

Nella sua lunghissima carriera Chagall produsse circa 10.000 opere, nelle quali incorporava elementi figurativi e narrativi. Il suo universo pittorico pieno di metafore personali lo rese alieno dall’arte del ventesimo secolo, caratterizzata dall’astrazione e dalla decostruzione degli oggetti, con il risultato finale di renderlo amato al pubblico, mentre la critica spesso ne lamentava il sentimentalismo e la ripetitività.

Chagall tornò da Parigi alla natia Russia con l’intenzione di farvi una breve visita, ma si trovò bloccato dallo scoppio della guerra, e rimase per molti anni in Russia. Si trasferì poi a Mosca, dove lavorò a numerose opere, ma infelice per lo stile di vita Sovietico, partì alla volta di Berlino nel 1922 e si stabilì a Parigi un anno e mezzo dopo, con la moglie Bella e la figlia di sei anni, Ida.

A Parigi incontrò il commerciante d’arte Ambroise Vollard, che gli commissionò l’illustrazione del classico Le Favole di La Fontaine, e, in seguito la Bibbia, sempre per Vollard. Con la crescente preoccupazione per le persecuzioni degli ebrei, Chagall nel giugno del 1941 si imbarcò con la famiglia alla volta degli Stati Uniti d’America, dove si stabilì a New York. I sei anni che vi trascorse non furono particolarmente felici: non si adattò mai allo stile di vita newyorchese, non imparò mai l'inglese (soleva dire ”Mi ci son voluti 30 anni per imparare un pessimo francese, perché dovrei cercare di imparare l’inglese?”), e all’improvviso morì Bella per un’infezione, a soli 52 anni, ed egli scrisse che “Ogni cosa divenne nera”.

La mostra in corso a Monza, “Chagall, la grafica del sogno”, visitabile fino al 6 gennaio 2016, si pone come un insieme di otre trecento incisioni dei tre cicli grafici più importanti e noti de pittore franco-russo, e include le illustrazioni de Le Anime Morte di Nikolai Gogol, il classico russo che u la prima collaborazione con il famoso editore francese, le Favole di La Fontaine e la Bibbia, tutte illustrate per Ambroise Vollard.  Un noto perfezionista, Vollard lasciò venticinque progetti incompiuti alla sua morte ne 1939, fra i qual e Anime Morte. Il volume fu poi completato nel 1948 da Tériade, un altro dei grandi editori di libri illustrati del ventesimo secolo.

Il ciclo si apre con Le Favole, ospitate all’Arengario, dove Chagall indaga la natura e gli animali, con i loro comportamenti che ricalcano quelli umani, con la sua raffinata tecnica incisoria e il suo mondo ricco di simboli. L’allestimento qui è particolarmente curato per permettere soprattutto ai bambini di fruire della visita nel modo migliore possibile.

Prosegue poi con la Bibbia, illustrata da Chagall, che indaga la religione e ne offre la sua peculiare interpretazione, fatta anche di reminiscenze di gioventù, e in cui esprime la propria particolare interpretazione delle avanguardie artistiche del secolo con una tecnica particolare, quella dell’elioincisione. Sviluppata negli anni Trenta dell'Ottocento da Nicephore Niepce questo processo di incisione artistica implica la trasposizione di un’immagine d’arte esistente su una placca di rame piatta, che viene poi scavata in profondità con l’uso di acidi. Attraverso una serie di bagni acidi a vari gradi di forza e per diverse lunghezze di tempo, il processo può produrre dettagli minuti di bianco e nero squisiti, diversi da quelli ottenuti con gli altri procedimenti.

Infine, ai Musei Civici di Monza – Casa degli Umiliati, sono esposte le tavole che illustrano le Anime Morte di Gogol, a differenza dei primi due, un’opera russa, della Russia dalla quale nel tempo Chagall aveva preso le distanze. E in queste illustrazioni si vede il viaggio di Chagall nell’umanità, nei paesaggi che ben conosceva e con personaggi tipici della sua madrepatria.

La Mostra si propone inoltre di offrire eventi e laboratori collaterali, per approfondire le tematiche ad essa correlate: da letture animate de Le Fiabe di La Fontaine, a prove di incisione. Sabato 28, in particolare, verrà proposto un percorso, diviso in due parti, per condurre i partecipanti alla conoscenza della tecnica della xilografia. Una parte più storica introdurrà i partecipanti alle origini e ai protagonisti di quest’arte, e una parte in cui i partecipanti verranno guidati nella realizzazione di alcune matrici. Tramite queste ultime si potrà sperimentare la tecnica di “stampa a cucchiaio” e avere un riscontro effettivo con la tecnica incisoria.

L’incontro è gratuito, ma richiede una prenotazione.

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